Museo Storico dello Sbarco in Sicilia 1943

VUOTI DI MEMORIA
Sicilia 1943: le immagini di oggi
Fotografie di Massimo Siragusa
Con un'opera sonora di Michele Spadaro
REFLECTION IN TIME
Chissà come mai, ma ogni volta è da qui che mi ritrovo a partire. Da questa campagna, da queste colline brulle e ventose al centro della Sicilia. Il suono di un gregge in lontananza, l'odore della terra bagnata e le nuvole che si perdono all'orizzonte. Il cimitero Canadese di Agira è una piccola perla incastonata su una collina a pochi chilometri dal paese. Una fila di lapidi bianche che emergono tra il verde del prato. Un luogo magico, affascinante mi verrebbe da dire. Questo è il posto che ho scelto per cominciare il mio viaggio nella memoria. Mi sembrava che un cimitero fosse il punto di partenza simbolicamente più significativo per raccontare una guerra e, al contempo, avevo bisogno di fare mia tutta la dimensione della tragedia vissuta in quegli anni. Del dolore, della distruzione e della morte. Certo, raccontare per immagini un avvenimento accaduto 80 anni fa potrebbe sembrare un’operazione persa in partenza. Ai più la fotografia appare ancora come un esercizio atto a dimostrare l’esistente. In un viaggio nella memoria, però, la fotografia legata ai luoghi offre un buon punto di osservazione. Dobbiamo pensare il territorio come un teatro di accadimenti. Un palcoscenico, dove si costruiscono relazioni biunivoche tra chi vive in un luogo e il luogo stesso, in un percorso di scambio continuo. Mi piace immaginare che questo scambio, questa relazione biunivoca, agisca sia in parallelo, nella contemporaneità, sia in verticale, sul piano del tempo. Come se il territorio mantenesse una traccia, una memoria del passato, simile ad un processo di dinamizzazione omeopatica. Il fotografo, allora, si trasforma in archeologo. Scava alla ricerca dei segni...
Massimo Siragusa
Fotografo






Quando il contemporaneo
incontra la Memoria
Un'interpretazione attuale, un segno dell’oggi che rimanda ad un’estate che ha cambiato la storia, un’impronta - che nessun’onda potrà mai cancellare - impressa 80 anni fa da un giovane fotoreporter americano e ricalcata con rispetto e libertà oggi dal fotografo Massimo Siragusa.
Ed è in questo spirito - che anima le scelte di Fondazione Oelle Mediterraneo Antico - che il controverso rapporto tra i luoghi di oggi e le loro memorie sonore, trova la sintesi nell’opera del sound artist Michele Spadaro.
RISPETTO: per i luoghi che contengono ancora oggi segni cruenti di un passato sempre troppo vicino e possibile; LIBERTÀ: di ridisegnare spazi secondo una visione contemporanea e lucida grazie a quella luce oltre il male che l’essere umano , oggi più che mai, anela.
Ornella Laneri
Presidente Fondazione OELLE Mediterraneo Antico Ets




Tra storia e memoria
La storia, quella fatta con i documenti, a volte lascia vuoti che forse mai potranno essere colmati. Per questo ci viene incontro la memoria, che diventa documento dell’anima, che vaga tra le macerie del tempo. La memoria come traccia del passato, ricordo personale che si sedimenta negli individui, carica di miti, affetti e passioni. Che è parente della verità ma non gemella, consanguinea della storia ma individuale. Una memoria che prende forma e significato anche per tutto ciò che è rimasto, ed è ancora visibile, di quel 1943 in Sicilia. A parlare sono così i segni sui muri degli edifici, i luoghi delle battaglie, i bunker che traspirano angoscia e apprensione, gli oggetti che hanno accompagnato le notti insonni della gente. E poi i suoni, del vento e del suo scorrere sui ruderi, i respiri affannosi che ancora pervadono gli spazi della guerra, le onde del mare portatrici di libertà. Spazi contemporanei del nostro Mediterraneo, osservato al di fuori dal tempo. Secoli di vita che racchiudono elementi naturali che ne hanno influenzato il divenire e che entrano così nella storia in quanto aspetti inalienabili della sua narrazione. La storia, che guarda in faccia la realtà, e la memoria, che rappresenta il passato per estrapolazione, sono l’essenza di questo viaggio fotografico che Massimo Siragusa ci restituisce percorrendo i sentieri della guerra in Sicilia. Luoghi intrisi d’inquietudine ma anche di straordinaria bellezza paesaggistica e visiva, pervasi da suoni che giungono a noi da lontano e che Michele Spadaro, con la sua opera sonora, restituisce all’oggi attraverso una mappatura aurale, esplorazione sensoriale dei tempi passati ricca di curiosità ma ancor più d’inquietudine del tempo presente. L’insieme frammenta l’oblio. Il tempo e la storia si riempiono di immaginazione, nel dialogo costante tra l’artista ed il mondo che lo circonda.
Ezio Costanzo
Curatore della mostra
Per visite guidate alle mostre temporanee in corso inviare email o telefonare a: info@philsternpavilion.com Tel. 095 2282011